SITO UFFICIALE

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Dojo Eleonora Krav Maga Training

domenica 13 giugno 2010

Lunedi 21 giugno 2010, lezione del maestro Antonio VARONE

Lunedi 21 giugno dalle 20 alle 21.30, presso la palestra Dojo Eleonora, svolgerà l'allenamento il maestro Antonio VARONE

Venerdi 18 giugno 2010 lezione del Maestro Fausto BONASSI

Venerdi 18 giugno dalle 20 alle 21.30, presso la palestra Dojo Eleonora, svolgerà l'allenamento il maestro Fausto BONASSI

Lunedi 14 giugno 2010, allenamento del Maestro Alessandro SAJETTI

Lunedi 14 giugno dalle 20 alle 21.30, presso la palestra Dojo Eleonora, svolgerà l'allenamento il maestro Alessandro SAJETTI

domenica 16 maggio 2010

Difesa Personale al femminile


Gli ultimi dati Istat sulle aggressioni femminili sono sconcertanti!

In Italia circa 100.000 donne dai 15 ai 60, negli ultimi 3 anni, hanno subito molestie o violenze sessuali.

Inoltre, la maggiore parte di queste vittime non sono state in grado di reagire d’innanzi ad un’ aggressione fisica!

Ciò che emerge ancora più significativamente da questi dati è che nel nostro paese, nonostante una certa emancipazione e libertà di pensiero, nelle donne manca la cultura della difesa personale.

Molte donne, sbagliando, credono che praticare un arte marziale o un sistema di difesa personale sia solo appannaggio del “maschio”: queste sono convinte che a loro non possa mai capitare di trovarsi in una di queste situazioni dove spesso c’è in gioco anche la vita (sfortunatamente la cronaca nera recente insegna).

Purtroppo quando qualche donna diventa vittima di queste aggressioni diviene per la collettività solo un “dato statistico” e quei problemi psicologici che dovrà affrontare per tutta la sua vita, allo scopo di superare questo tipo di trauma, a nessuno più interessano.

Fortunatamente, oggi, sono sempre di più le donne che indossano guantoni, che praticano arti marziali e si iscrivono ai corsi di difesa personale, ma nonostante tutto ciò la percentuale, rispetto agli altri paesi europei, è ancora esigua.

Le donne italiane credono che praticando un’ marte marziale possono perdere la loro sensualità o possono diventare dei “maschiacci”, mentre è oramai assodato che le arti marziali danno armonia, equilibrio psicofisico e un tono muscolare completo e invidiabile da qualsiasi altra attività fisica.

Ma la difesa personale non è solo imparare a “colpire” bensì il metodo messo appunto dalla commissione tecnica della fesik di antiaggressione femminile, prevede, un iter formativo improntato in primis sulla prevenzione, cioè mettere in atto tutte quelle accortezze, tratte da situazioni realmente accadute, per tranne informazioni precise e dettagliate su come comportarsi per prevenire un’ eventuale aggressione.

Per questo motivo sempre più donne dello spettacolo, veline, attrici e cantanti si avvicinavano alle arti marziali o sport da combattimento e nello specifico al Krav Maga che proprio per la sua particolare origine ben si presta a questo fine.

Questi esempi di donne emancipate serviranno a smuovere le coscienze un po’ vetuste delle nostre donne?

M° Ciro Varone

Direttore tecnico nazionale settore difesa personale FESIK


Difesa personale e istinto


I metodi o sistemi di difesa personale oggigiorno sono sempre più richiesti e, nonostante ciò diventa sempre più difficile stabilire quali siano “i più adatti” e tali scopi. Tuttavia diverse persone sono ancora convinte che uno stile, scuola o metodo sia superiore ad un altro, mentre non considerano il fatto che prima di qualsiasi stile viene “l’uomo” con il suo vissuto e con il suo “corredo genetico”, e solo in secondo luogo il tipo di “addestramento” o arte.

Riuscire a vincere il turbamento di trovarsi in un “conflitto- scontro” non è legato alla tecnica bensì alla capacità di sottrarsi o reagire opportunamente a tale situazione che non sempre, in questi casi, riusciamo a controllare; la predisposizione alla lotta, alla sofferenza fisica e alla sopportazione al dolore fisico e allo stress psicologico è anche dato dall’ambiente in cui siamo cresciuti, dove viviamo e alla circostanza del momento.

Un amico, cintura nera terzo dan di karate,un giorno mi raccontò che mentre era in automobile con a bordo il figlioletto di pochi mesi ebbe una discussione con due persone per un parcheggio: sceso dalla propria autovettura uno di questi lo colpì con un pugno al volto e poi entrambi gli avversari con calci e pugni; lui non riuscì ad avere nessuna reazione perché il suo pensiero era rivolto al figlio che era rimasto solo in macchina, una volta rialzatosi e portato a casa il bimbo ritornò alla ricerca di questi due aggressori che nel frattempo, si trovavano davanti ad un bar ed erano diventati tre: li affrontò e li lasciò a terra tutti senza che questi potessero resistere alla sua rabbia.

Pochissime persone possono assicurare di essersi trovati di fronte ad un’aggressione armata e esserne usciti vivi: nel 1600 il famoso pittore Caravaggio(Michelangelo Merisi) fu aggredito da un uomo armato di coltello e nonostante le diverse ferite accusate da questo scontro riuscì a disarmare e ad uccidere il suo aggressore, ciò avvenne non perché l’artista praticava un’arte marziale ma perché c’era in gioco la vita e lo stesso pittore era conosciuto come uomo decisamente irascibile e violento.

Da questo episodio, come da tanti altri ancora, si desume che in uno scontro non sarà mai solo la tecnica a vincere ma tanti altri fattori concorreranno alla riuscita, lottare per strada non è sicuramente come lottare per una coppa o una medaglia, la lotta sportiva è una scelta, difendersi per la vita è una necessità legata alla sopravvivenza; pertanto gli impulsi sono decisamente diversi: in una gara non uccideremmo mai il nostro avversario mentre per sopravvivere potremmo invece essere costretti a farlo, la guerra ne è l’esempio più lampante.

La scienza ci dice che sotto la nostra corteccia cerebrale due parti del cervello chiamate amigdala eludono i centri cerebrali superiori della corteccia per attivare un sistema emotivo del cervello (sistema limbico) che avvertendo una situazione di pericolo entrano

in azione.

Dopo di che l'amigdala riceve ulteriori informazioni più precise che vanno a correggere quelle “istintive” e di conseguenza ci porta a raziocinare sulla reale situazione e a decidere sul da farsi ragionatamente.

L'amigdala è geneticamente programmata a rispondere ai cosiddetti stimoli “preparati”, come un attacco improvviso o un pericolo inaspettato perché la stessa fa parte del sistema emotivo del cervello e risponde geneticamente alla legge della sopravvivenza.

Come quando qualcuno inaspettatamente ci giunge alle spalle per farci uno scherzo: da prima la nostra reazione sarà guidata dall’amigdala che ci farà reagire a seconda della nostra “mappa genetica”, inibendoci oppure mobilitando la nostra aggressività, in secondo tempo entrerà in gioco la razionalità che ci farà capire, attraverso un supplemento di informazioni, che era solo uno scherzo fatto da un nostro conoscente e che non stiamo correndo nessun pericolo.

In questo secondo momento la corteccia è in grado di esercitare una sorta di controllo sulle nostre reazioni emotive controllate dall’amigdala che riceve segnagli più precisi dettati da un'analisi più attenta dei centri cerebrali superiori e ci riporta ad uno stato di

tranquillità interiore e fisica.

Le reazioni di sopravvivenza si possono identificare attraverso la prossemica e i segnali “esterni” che il nostro corpo emana: la pelle d'oca, l'alterazione dei battiti del cuore, sudore a freddo; mentre altri segnali “interni” non visibili sono: la vista che si focalizza esclusivamente sull'oggetto del pericolo, l'udito che si “ovalizza”, sono avvisi di una attivazione delle nostre paure ataviche e l'istinto di sopravvivenza ci dice “scappa o lotta”.

Tali sensazioni sono state innescate dalla linea diretta tra i nostri sensi e l'amigdala, queste sensazioni particolari vengono anche chiamate “effetto tunnel”.

Questo “effetto tunnel” è un condizionamento dettato dalla necessità di difesa programmata geneticamente dalla nostra specie per sopravvivere alla selezione naturale della vita. Secondo il professor Ian Robertson ciò accade perché il nostro cervello è stato modificato dall'associazione nel tempo da due eventi. Uno è dato dalle cellule che si attivano e si legano tra loro, l’altro invece, ogni singolo giorno della nostra vita il cervello viene plasmato e scolpito dall'esperienza in questo modo, senza che noi siamo consapevoli.

L'allenamento alla difesa personale o allo scontro “totale” ha l'effetto di sollecitare le connessioni tra la corteccia e l'amigdala che sono costrette a rispondere allo stress psicologico che uno scontro improvviso, imprevedibile e cruento può causare; l'accumulo di esperienze di lotta devono servire a creare un substrato di conoscenze programmatiche indelebili che scolpiscono una parte del cervello dove la razionalità riveste un ruolo marginale ma predominante a livello di istintività e riflesso assoluto.

Robertson assicura che alcuni tipi di apprendimento “occulti” sortiscono un effetto migliore se l'individuo non è consapevole; il cervello primario può essere programmato senza alcuna memoria consapevole e in questo caso l'amigdala è condizionata dall'esperienza vissuta inconsapevolmente, pertanto si ritiene che il miglior metodo di difesa personale è sicuramente quello improntato su questi principi.


M° Ciro Varone

Direttore tecnico nazionale settore difesa personale FESIK

Krav Maga: Adpting-Stress-Training


Difendersi contro un avversario armato è molto difficile e pericoloso; saper come programmare e dosare una sequenza attendibile d’intensità di allenamento è ancora più problematico, anche perché quando ci alleniamo con un compagno in una situazione rilassata le sensazioni che si provano sono decisamente più limitate e blande di quando ci si trova nella realtà: chi ha avuto la sfortuna di essersi trovato in questa situazione sicuramente concorderà con quanto sto scrivendo.

La difesa da un attacco di coltello si differenzia molto da quella di un attacco a mani nude in quanto, come dice un caro amico poliziotto, in questi casi, contro un’arma vera:

“non abbiamo la possibilità di fare il rewind”, per questo motivo i nostri colpi devono essere efficaci, precisi e fulminei come appunto lo è anche l’arma che ci troviamo di fronte, diversamente saremo spacciati ancora prima di iniziare!

Sapersi predisporre, con la posizione del corpo, con la collocazione nell’ambiente circostante e naturalmente in primis anche psicologicamente determinerà la possibilità di

sopravvivere o sopperire dinnanzi a tale evento: esitare, fare un spostamento sbagliato, anche millimetrico, in più o in meno potrebbe “costarci molto caro”, pertanto è opportuno e fondamentale che l’allenamento contro l’arma sia più veritiero possibile, passando per gradi dai semplici coltelli di gomma morbida a quelli più duri a quelli di legno e in seguito a quelli di metallo per arrivare in fine a quelli veri, dove con le dovute protezioni si cerca di ricostruire l’eventuale aggressione, la “dose e la posologia” di tale esercitazione richiede molta esperienza e pazienza, con gradualità e obiettività si devono affrontare, appunto, attraverso percorsi particolari, tutte quelle situazioni tecniche-mentali stressanti che si verificano in determinati e particolari momenti, su questo tema molto è interessante la proposta che ci viene offerta dal sistema Krav Maga che in gergo tecnico viene definita “contact improvisation”, una sorta di “scala” di improvvisazione,sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico che per quanto concerne quello mentale, un fattore determinate è la completa assenza di preparazione all’evento, cioè attraverso un particolare e innovativo percorso- metodo di addestramento dosato, si arriva al controllo delle proprie emozioni e alla percezione sensoriale del pericolo dei colpi con una “sensibilità superiore”, molto, molto utile a tal fine.


M° Ciro Varone

Direttore tecnico nazionale settore difesa personale FESIK

Come difendersi in ogni situazione di pericolo

Perch imparare a difendersi


Attualmente molte amministrazioni locali si stanno rendendo conto del dilagante problema della violenza sulle donne e non solo; alcuni vogliono giustificare tutto questo con la semplicistica definizione di “ percezione del pericolo” affermando che i dati dicono che le violenze sono in calo, ma che la gente si sente meno sicura di una volta e che pertanto la percezione del pericolo è molto più sentita di quello che è effettivamente nella realtà.

Nessuno di questi analisti cerca però di capire che la persona non è un numero o un dato statistico, se la “sensazione” di insicurezza è tanto avvertita può darsi che noi tutti ci sentiamo meno sicuri di una volta e che le nostre reazioni esagerate potrebbero provocare ulteriori violenze e dare atto ad una spirale di aggressività che, come la cronaca nera attuale insegna, ci porta a compiere azioni sconsiderate rispetto all’eventuale reale pericolo, o meglio a compiere azioni dove la difesa non è proporzionata all’offesa.

Il governo centrale con i nuovi decreti legge sulla sicurezza ritiene di avere fatto la “sua parte” per quanto riguarda la legge sulla violenza sessuale, sulla legittima difesa e sulla proprietà privata, sicuramente un passo avanti è stato fatto rispetto al vecchio e obsoleto codice Rocco; con queste nuove modifiche, infatti, a prima vista sembrerebbe che siano stati introdotti nuovi strumenti legislativi che garantiscono al cittadino onesto che chi commette crimini così deplorevoli venga messo in condizione di non poterli ripetere in futuro: questo è stato sicuramente un grande passo avanti per tutta la collettività, vorrei sperare che tutto ciò possa sempre più migliorarsi e dare una svolta decisiva anche al problema della difesa personale come strumento di extrema ratio .

Ritengo che sia estremamente utile anche il solo parlarne apertamente, con meeting, incontri tematici e sono inoltre convinto che bisognerebbe affrontare queste delicate tematiche già nelle scuole medie e superiori, senza quel falso moralismo legato a retaggi religiosi e bigotti, poiché tutto ciò è importantissimo per accrescere la consapevolezza che i veri “tutori della nostra sicurezza” siamo in primis noi che, con i nostri “atteggiamenti”, attiriamo, o scongiuriamo eventuali aggressioni.

La legge quindi esiste come pure le strutture a cui rivolgersi, tuttavia questi “impianti legislativi” entrano sempre in gioco “dopo che si è consumato il crimine”; allora che fare?

Molti si “militarizzano”: di fatto le vendite di coltelli, mazze da baseball, spray al peperoncino e armi da fuoco sono in continuo aumento e le prospettive future sono sempre più protese verso queste soluzioni.

In alcuni comuni si stanno istaurando le “ronde cittadine”, telecamere e sistemi di sorveglianza, anche gli appartenenti alle forze dell’ordine, consci dei cambiamenti che si stanno verificando nell’espletamento della loro professione, si rivolgono a specialisti della sicurezza e della difesa personale, sia per quanto riguarda quella a mani nude che quelle con armi, tutto questo non fa altro che farci pensare che i tempi cambiamo e che anche le risposte a tali trasformazioni devono essere sempre più mirate e finalizzate al bisogno di sicurezza metropolitano futuro: la sicurezza è sempre stato un problema personale e oggi lo è e lo sarà ancora di più in futuro, questo è un dato di fatto.

La difesa personale del ventunesimo secolo dovrebbe rispondere a tali esigenze, tenendo conto che in futuro ci saranno sempre più persone che gireranno armate, che una moltitudine di gente, con mentalità e culture diverse, si presenterà alle nostre porte, che per le persone “pacifiche e oneste” questo “mondo moderno” sarà sempre più come una giungla, dove vivere in pace senza sopraffare e farsi sottomettere dagli altri esseri umani, si presenterà sempre più ostico e difficile.

Come è solito dire un caro amico poliziotto:” non basta portare una pistola, bisogna saperla usare e soprattutto avere il sangue freddo per farlo nel momento opportuno”.

Sempre questo amico dice: “ quando estrai l’arma vuole dire che qualcosa nella tua strategia di prevenzione e difesa non ha funzionato, una volta estratta non si può rimettere l’arma in fondina come nulla fosse successo, e soprattutto se premi il grilletto non puoi fare il rewind”.

Tutto questo per fare capire che non basta comprare un coltello, uno spray o una rivoltella, per potere utilizzare queste armi bisogna esercitarsi quanto ci si dovrebbe esercitare a mani nude, con la differenza che le nostre mani e i nostri piedi sono “armi portatili”, sempre disponibili e utilizzabili in qualsiasi situazione e contesto ambientale.

Il tempo impiegato per imparare a maneggiare in sicurezza ed efficacemente un’arma può essere speso per apprendere un buon sistema di difesa personale che oltretutto mantiene il corpo in forma e la mente pronta ad ogni circostanza di lotta.

sabato 8 maggio 2010

venerdì 16 aprile 2010

Il Kraw Maga permette attraverso l'apprendimento di efficaci tecniche di difesa personale, di ottenere significativi benefici psico-fisici, ......

Il Kraw Maga permette attraverso l'apprendimento di efficaci tecniche di difesa personale, di ottenere significativi benefici psico-fisici, incrementando sicurezza, autocontrollo, autostima, capacità di concentrazione, spirito di sacrificio, tono muscolare.

Una volta acquisite le tecniche di pugno, di calcio, di leva articolare e di proiezione, il praticante di arti marziali inizia ad imparare degli schemi prestabiliti di difesa personale. Dagli schemi prestabiliti, l’atleta prende a mano a mano confidenza con il proprio corpo e seleziona, in modo prima inconscio e poi conscio, le sue tecniche migliori e quelle da perfezionare.

Ancora non si intraprende l’aspetto psicologico. A mano a mano si acquisirà anche una metodologia di difesa personale. Questa si baserà sulla combinazione delle tecniche di cui l’atleta “si sente” padrone con una strategia a lunga, a media e a corta distanza.

Una situazione di pericolo non è solo rappresentata da una persona che tenta di aggredirci, ma può essere anche una circostanza pericolosa per la nostra vita come un incendio, una fuga di gas…

Ogni situazione avvertita da noi come pericolosa farà in modo di innescare dentro di noi una serie di modificazioni neuro-ormonali che porteranno alla produzione di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) da parte del surrene (organo posto sopra il rene). Questi ormoni immessi nella circolazione sanguigna determineranno prevalentemente aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Situazioni di ansia, stress o paura possono essere a volte inconsciamente da noi stessi confusi e intercambiati; questo perché il meccanismo fisiologico che porta alla produzione delle catecolamine (dette anche ormoni dello stress) è lo stesso. Potremmo quindi scambiare la paura di prenderle con la voglia di scappare o con la voglia di colpire per far diminuire lo stress che si è accumulato in noi. Il tutto per diminuire il livello nel sangue di questi ormoni che si accumulato, proprio perché una periodica stimolazione del surrene a immettere nel sangue le catecolamine è alla lunga nociva per il nostro organismo

Evitare uno sguardo, chiedere scusa, allontanarsi con disinvoltura da un locale, dimostrare di essere sicuri di sé senza mostrarsi arroganti, non frequentare posti potenzialmente pericolosi sono alcuni tra i modi per evitare di essere coinvolti in situazioni che potrebbero facilmente degenerare. Con le parole e con la gestualità si è in grado di aumentare le probabilità di evitare di passare dalla situazione potenzialmente pericolosa alla fase di pre-rissa fino alla rissa. Se la situazione dovesse evolvere dalla potenzialità a degenerare alla fase di pre-rissa, è quasi d'obbligo posizionarci in un punto a noi favorevole per la difesa in caso lo scontro dovesse iniziare.

Appare evidente che la scelta migliore sarà quella di cercare a tutti i costi di evitare di battersi, usando le parole e/o i gesti con grande autorità, posizionandosi gradualmente in un punto favorevole per difendersi al meglio e attaccare o contrattaccare quando lo scontro diverrà inevitabile. Se l'avversario dovesse usare una terminologia che ci faccia capire che potrà sferrare un attacco in breve tempo, dobbiamo capire che siamo nella situazione di pre-rissa ed è difficile che questa situazione possa regredire. Se inoltre l'avversario dovesse continuamente avanzare verso di noi, guardarci con occhi sgranati, toccarci ripetutamente vuol dire che siamo sicuramente nella fase pre-rissa. Assumere una posizione a noi confortevole e utile al combattimento ci permetterà di essere più sicuri di noi e aumentare le probabilità di lottare nel modo migliore.

martedì 13 aprile 2010

Venerdì 09.04.2010 il Maestro Fausto Bonassi ha proposto una lezione finalizzata all'esecuzione di alcune tecniche fondamentali

Venerdì 09.04.2010 il Maestro Fausto Bonassi ha proposto una lezione finalizzata all'esecuzione di alcune tecniche fondamentali quali: "parate" e "pugni".
Dopo il saluto e la presentazione del Maestro agli allievi, il Maestro Bonassi ha effettuato un riscaldamento sul posto specifico per le tecniche che si sarebbero fatte successivamente.
Nello specifico ha spiegato l'importanza di intercettare un "gancio al viso", anticipandolo di slancio con entrambe le braccia e, successivamente, di colpire l'aggressore con una ginocchiata ai testicoli.
La seconda parata era tesa ad anticipare e parare un "gancio al fegato o milza" od " un calcio circolare medio" utilizzando, insieme, ad esempio braccio sinistro a protezione del corpo (fegato/milza) e mano destra a protezione di gola e viso (e viceversa). La terza parata era finalizzata ad intercettare un pugno diretto allo stomaco, ruotando il bacino e con il braccio pronto a raccogliere ed a portare fuori bersaglio il pugno dell'avversario. Dopo queste tre tecniche ha spiegato come tirare un pugno; ovvero l'importanza dell'imprimere al colpo la rotazione del braccio utilizzando anche il bacino, terminando con la contrazione addominale necessaria a dare potenza alla nostra azione
Particolare rilievo è stata data alle difesa delle donne, ovvero all'importanza della velocità di esecuzione delle tecniche tesa a sopperire alla mancanza di forza e massa muscolare degli uomini.
Applausi alla fine e soddisfazione degli allievi per la lezione.

martedì 6 aprile 2010

Venerdi 9 aprile lezione del Maestro Fausto BONASSI

Venerdi 9 aprile dalle 19.30 alle 21.00, presso la palestra Dojo Eleonora il Maestro di Krav Maga Fausto BONASSI terrà una lezione sulle tecniche di autodifesa.

Curriculum sportivo,professionale:

BONASSI Fausto nasce a Montichiari (BS) nel 1956, inizia la pratica del Karate Shotokan nel 1986, per oltre ventitre anni si allena con il Maestro°Ciro Varone, cintura nera 6° dan, vicecampione del Mondo di Karate, dove consegue il livello di cintura nera 2°dan, da cinque anni pratica il krav-maga frequentando seminari e corsi di formazione con i migliori tecnici Italiani e Israeliani.

Nel 2008 consegue il grado di Master in difesa personale sul metodo Fesik-Krav- Maga -Karate-Ju-Jitsu-Jawarado" e nel 2008 consegue la specializzazione in Security -Force -Fesik - Sistem,con il grado più alto attualmente in Fesik, che corrisponde al grado di PROFESSIONAL, che lo abilità all'insegnamento di tecniche operative per le forze dell'ordine.

sabato 3 aprile 2010

Fesik Krav Maga




Nel bene e nel male, che lo si voglia o no, la richiesta di corsi di difesa personale è sempre più in crescita, tuttavia questa “richiesta di mercato” causa anche una continua “offerta” che non sempre corrisponde alla qualità necessaria per tale attività.

Il continuo proliferare di corsi, stage, seminari e quant’altro impone sempre più le organizzazione più grandi e serie di distinguersi dal “mucchio” di molte pseudo federazioni che, approfittando della situazione contingente, offrono soluzioni non sempre all’altezza della reale esigenza.

La Fesik , forte della sua ventennale esperienza, appoggiandosi a Maestri di alto profilo tecnico-professionale e collaboratori professionali dei specifici settori, offre a quanti interessati ad intraprendere una carriera di insegnati di difesa personale una solida struttura tecnica- organizzativa frutto di oltre vent’anni di serio lavoro e di esperienze marziali maturate in molti campi della difficile scienza della difesa personale.


Il 12-13-14 Marzo 2010, a Cattolica, si è svolto lo stage annuale di aggiornamento e perfezionamento tecnico aperto a tutti i praticanti di Krav Maga e soprattutto a tutti i tecnici federali di tale disciplina. Ottimo l’afflusso e soprattutto grande l’entusiasmo di tutti i partecipanti , a rotazione i docenti della commissione tecnica nazionale si sono avvicendati per dare sempre il meglio e tanti nuovi stimoli.

In un clima amichevole e disteso, che da sempre contraddistingue la “famiglia Fesik”, le lezioni teoriche: medicina, preparazione atletica e le lezioni pratiche si sono svolte secondo gli alti standard tecnici della Fesik riscuotendo un grande consenso da parte di tutti i partecipanti, i quali si sono dati appuntamento per il prossimo impegno che si terrà sempre a Cattolica per fine Agosto.

Un ringraziamento va a tutti i tecnici che hanno aderito alla nostra organizzazione e che, insieme ai membri della commissione tecnica nazionale, stanno facendo sempre più grande la nostra organizzazione.

IL direttore tecnico nazionale
Ciro Varone

Allenamento del Lunedi 2 Aprile




venerdì 2 aprile 2010

L'Associazione Nazionale Polizia di Stato

augura a tutti una serena e felice

Pasqua




giovedì 25 marzo 2010

21 Marzo saggio degli allievi del Dojo Eleonora presso il centro commerciale IL GIGANTE

La palestra Krav Maga Dojo Eleonora - Mantova, durante l’esibizione organizzata domenica 21 marzo presso il C. C. Quattro Venti di Curtatone, ha messo a disposizione ciò che è stato appreso dagli allievi durante questi primi mesi di attività.

Alla presenza di un gran numero di spettatori e dei vertici dell’ipermercato, che si sono detti molto soddisfatti del successo ottenuto dall’iniziativa, il Maestro Antonio Varone e l’Istruttore responsabile del Dojo Eleonora di Mantova, Marco Ceccarini, hanno messo all’opera gli allievi fornendo informazioni sulla disciplina Krav Maga e facendo eseguire alcune tecniche dimostrative di autodifesa.

Il messaggio passato in questo frangente è proprio quello intrinseco all’apprendimento del Krav Maga: non serve essere superuomini o superdonne per sapersi difendere e per imparare ad applicare queste tecniche, sono sufficienti impegno e serietà.

La speranza, come più volte sottolineato dallo stesso Maestro Antonio Varone, è quella di non incorrere mai in una aggressione ma, qualora dovesse accadere, è opportuno sapere come difendersi o valutare se sia il caso o meno di reagire.

Apprendere correttamente il Krav Maga è anche questo: acquisire conoscenza di sé attraverso le potenzialità del proprio corpo e di conseguenza consolidare l’equilibrio psico-fisico, così da saper valutare i rischi e le conseguenze delle proprie azioni, anche in situazioni estreme, sia per sé stessi che rispetto a terzi.

Gli Istruttori del Krav Maga Dojo Eleonora, sono sempre a disposizione per quaslsiasi informazione inerente le attività della palesta.