giovedì 30 giugno 2011
mercoledì 29 giugno 2011
Bullismo: il disagio giovanile
Educare non è cosa semplice poiché implica, in primis, il mettersi in discussione come padri, maestri, allenatori e/o educatori. Il giovane che non ha un buon esempio da seguire, arriva anche a dubitare del valore dell'essere uomo raziocinante.
Scrivere di questi temi è facile e scontato, ma allo stesso tempo è anche difficoltoso in quanto, una riflessione del genere, implica anche il dover riconoscere che al giorno d'oggi, sempre più spesso, la nostra società mostra di non amare i propri figli, di rinnegarli in quanto ne ha paura poiché essi rappresentano il risultato della nostra cattiva educazione e del nostro cattivo esempio. Tendiamo così a lasciare che questi si "brucino" con vari videogiochi, macchine potenti e allucinogeni di ultima generazione e, cosa ancora più grave, li rendiamo privi d'identità.
Quasi tutte le ricerche su questo tema descrivono le vittime del bullismo come ragazzi insicuri, sensibili e timorosi: ragazzi che hanno una scarsa autostima e poche capacità di confrontarsi con il mondo che li circonda.
Ma che cos'è il bullismo? e da cosa è caratterizzato? il bullismo è una patologia della relazione in cui i ruoli di vittima e di bullo tendono a cristallizzarsi nel tempo e nei diversi contesti. vi è bullismo nel momento in cui si è in presenza di aggressioni continuate nel tempo, squilibrio di potere nella relazione tra bullo e vittima e mancata provocazione da parte di quest'ultima. E’ inoltre molto utile distinguere tre diverse forme di tale patologia relazionale: il bullismo diretto, che può essere fisico o verbale, il bullismo indiretto, che si manifesta sotto una forma sociale e relazionale in cui vi è una pianificazione più alta e sofisticata e che si esprime nel dire falsità, far litigare le amiche ecc, e il cyber bullismo, il quale prevede la prevaricazione tramite le tecnologie.
Salmivalli ha identificato sei diversi modi in cui si può essere inseriti all'interno di una prevaricazione: esiste la figura del bullo, della vittima (passiva o provocatrice), gli aiutanti del bullo, i sostenitori del bullo (che incitano ma non intervengono fisicamente), gli esterni e, infine, i difensori della vittima.
Ciò che emerge sempre più frequentemente dall'analisi dal fenomeno del bullismo, è che molto spesso le vittime non intraprendono nessun tipo di attività fisica, né partecipano a giochi di squadra o attività sportive organizzate : tutto ciò sarebbe riconducibile ad un livello basso di autostima, inteso come la valutazione negativa globale del sé e, in maniera più specifica, anche ad un senso di inefficacia percepita, intesa come la percezione della propria incapacità d'azione in un determinato contesto ( in questo caso, il contesto dell'attività sportiva). Tali considerazioni potrebbero essere utili ai genitori per poter effettuare una sorta di screening comportamentale verso il proprio figlio/a fuori dall'ambiente domestico: anche uno scarso rendimento scolastico è
molto spesso indicativo di un possibile disagio che talvolta coincide con la situazione di vittima di prevaricazioni.
Secondo fonti autorevoli un buon aiuto ai ragazzi che soffrono di tale patologia relazionale, potrebbe essere dato attraverso un percorso di presa di coscienza delle proprie emozioni e delle proprie capacità e peculiarità: una condotta sociale stabile implica il saper riconoscere la propria dignità e autostima rispettando ruoli e diversità sociali. è essenziale, soprattutto in età adolescenziale, la costruzione della propria identità personale la quale può avvenire sia attraverso l'appartenenza a gruppi sociali genuini, sia attraverso le esperienze di vita, sia, come direbbe Rogers, attraverso l'accettazione incondizionata che i genitori devono mostrare nei confronti dei figli affinché questi si sentano accettati, e liberi di esprimere la propria identità accrescendo, contemporaneamente, la propria autostima.
Gli adulti dovrebbero chiedersi come e cosa potrebbero fare per i propri figli, sarebbe molto utile quindi attuare un'autocritica che, come noto, nella società occidentale non rappresenta affatto una modalità consueta di ragionamento. Il bullismo è figlio dell'atteggiamento che noi adottiamo verso i nostri simili e , pertanto, senza quasi rendercene conto, i nostri ragazzi rispecchiano ciò che noi siamo e ciò che facciamo.
Ciro Varone
Sara Varone
domenica 26 giugno 2011
Dojo Eleonora - Krav Maga Mantova
giovedì 23 giugno 2011
Come è perché viene scelta la vittima
ultime era stabilire se la donna ripresa fosse una vittima facile o difficile di uno stupro o di un'aggressione. I risultati hanno messo in luce delle osservazioni decisamente interessanti.
Studio tratto da : Rebekah E. Gunns, Lucy Johnston, Stephen M. Hudson: Victim selction and kinematics; a point-liht investigation of vulnerability to attack; Journal of nonverbal Behavior, vol. 26, n. 3, fall 2002
lunedì 20 giugno 2011
Nuovo programma di formazione Krav Maga
FESIK Settore Krav Maga-segreteria nazionale- April 1, 2011
Cari amici,
In data 26 Marzo 2011, a Cattolica, si è riunita la commissione tecnica nazionale con il presidente del Settore Dr. Angelini Osvaldo e il direttore tecnico nazionale M° Ciro Varone, approvando le seguenti mozioni:
Attività di formazione a carettere nazionale:
1. Stage Tecnico Nazionale (aperto a tutti i livelli) dove verranno trattati i programmi tecnici nazionali d’esame e le novità dei progetti “educational” (tale stage si terrà indicativamente a fine marzo di ogni anno)
2. Summer Camp (aperto a tutti i livelli) si terrà indicativamente l’ultima settimana di Agosto, sarà dedicato in modo specifico al programma “Police S.F.F.S.” (security force fesik system).
N.B.
Per i tecnici che intendono insegnare e organizzare corsi specifici di Police S.F.F.S. sarà obbligatoria la partecipazione al Summer Camp e la licenza di insegnamento avrà validità annuale (da Agosto ad Agosto).
- I componenti della commissione tecnica nazionale sono incaricati per le diverse aeree geografiche di seguire e pianificare, di concerto con i delegati regionali, l’attività delle regioni affiliate al settore Krav Maga.
- I delegati regionali sotto la stretta supervisione della commissione tecnica nazionale potranno organizzare, nelle regioni di competenza, i corsi di formazione “ore educational” utili ai candidati per maturare le ore e le competenze teoriche/pratiche richieste per essere ammessi agli esami nazionali.
- Con la presenza dei delegati regionali e con almeno un membro della commissione tecnica nazionale incaricato si potranno sostenere in regione/provincia gli esami di qualifica “Trainer”.
Divisione area geografica e competenze territoriali:
per una più omogenea crescita tecnica e per garantire la massima trasparenza federale su tutto il territorio nazionale, ad ogni area geografica sono stati assegnati i membri della commissione tecnica nazionale:
Nord Italia:
- Sajetti Alessandro, Varone Antonio, Marco Ceccarini, Ramponi Daniele.v
Centro Italia:
- Giovanni Gogna, Alex Guarneri, Giovanni Gregoriv
Sud Italia:
- Angelo Evangelisti, Guarneri Alexv
Sud Isole:
- Ramponi Danielev
Il direttore tecnico nazionale potrà seguire su tutto il territorio nazionale tutte le attività federali.v
* Referenti regionali e provinciali:
Lombardia: Scutari Angelo, Pavesi Davide, Ragno Riccardo, Boselli Italo (divisi per provincie)v
Piemonte: Scano Gianni, Cappe’ Valentinav
Valle D’Aosta: Vittonatti Gianniv
Emilia Romagna: Marco Giordanov
Abruzzo: Gabriele D’Alessiov
Triveneto: Del Pretto Danielav
Sicilia: Eliseo Scarcellav
Sardegna: Ignazio De Martisv
Toscana,Liguria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria: Commissione Tecnica nazionalev
I referenti Regionali potranno essere integrati con altri candidati
Cordiali saluti
Il presidente
Dr. Angelini Osvaldo
Il direttore tecnico nazionale
M° Ciro Varone