SITO UFFICIALE

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Dojo Eleonora Krav Maga Training

sabato 31 ottobre 2009

Storia del Krav Maga





Sistema di difesa personale e di combattimento per eccellenza, il Krav Maga trae la sua origine dalla storia di un popolo sottoposto a minaccia costante, e che ha saputo approfittare del meglio di sé nella sua ricerca di difesa e di protezione del suo stato.

- La Storia di un popolo

Qualunque fossero le loro origini, Bizantine, Arabe o Ottomane, il popolo ebraico è sempre stato in conflitto con le potenze straniere sin dall’Impero Romano. Il popolo ebraico creò un’unità di combattimento occulto battezzato “Haganah”, o Difesa in ebraico.

Questa doveva rispondere alle minacce e agli attacchi delle bande arabe organizzate. Quest’unità fu creata ben prima della proclamazione dello Stato Ebraico annunciata dai britannici con l’occasione della dichiarazione di Balfour (02/11/1917). Come conseguenza della dichiarazione, l’autorità coloniale diede potere alla polizia locale per formare delle unità di polizia d’elite, per difendere gli interessi esterni e le colonie di agricoltori isolati contro gli aggressori d’origine Araba. Quest’unità garantivano anche il mantenimento dell’ordine nelle città, allo scopo di evitare i conflitti civili.

Le azioni di quest’unità di polizia erano tuttavia limitate in quanto occorreva inseguire l’avversario dietro le linee nemiche. Fu così che Izchak Sade, fondatore delle Forze Speciali Israeliane ed Ufficiale in seno all’ “Haganah”, dopo avere analizzato i punti deboli di quest’unità, formò allora nuove unità armate per rispondere alle nuove sfide, ed infiltrarsi nelle linee del nemico.

Quando la 2° guerra mondiale sollecitò nuovamente i britannici, la necessità di una fonte affidabile di combustibile diventò determinante. Tuttavia, questo flusso era minacciato dalle truppe tedesche che avanzano verso l’Est dell’Africa del nord e da numerose tribù arabe apertamente alleate ai nazisti. Esitando alla partenza, i britannici si rivolsero nuovamente ai combattenti israeliani e formarono le prime unità delle Forze Speciali Israeliane il 14 maggio 1941. Esse furono conosciute sotto il nome di “Pal’mach” (acronimo di Plugot Machatz, unità d’azione e di combattimento). E’ così che l’“Haganah” acquisisce un’identità ufficiale, riconosciuta, e fu ribattezzata “Tzava Haganah Le’ Yisraël”, o I.D.F. : le Forze di Difesa Israeliane. Le appena sorte Nazioni Unite sapevano che si trattava soltanto di una questione di tempo prima che una guerra interessasse la regione. Questo perché le autorità dell’ONU decisero la divisione delle frontiere: uno Stato Ebraico sulla sponda occidentale del Giordano, ed uno Stato Arabo sulla sponda orientale (la Giordania attuale). A seguito della partenza dei Britannici dalla regione, le autorità Ebraiche dichiararono l’indipendenza il 14 maggio 1948. Alcune ore più tardi, le forze della Giordania, del Libano, dell’Iraq, dell’Egitto, della Siria e della Palestina attaccarono il giovane Stato di Israele.

- La nascita del Krav Maga.

La sfida principale legata alla sicurezza e la difesa del nuovo Stato Ebraico, la volontà di sopravvivere generarono uno degli eserciti più rispettati al mondo, tanto per la sua professionalità quanto per le sue metodologie. Fu così che misero a punto una formazione di combattimento,il “Kapap”, di cui i commando dell’unità “Pal’mach” furono i primi a beneficiare. Il “Kapap” (acronimo per “Krav Panim I’ Panim”) designa in realtà una formazione di commando d’élite, raddoppiata con una formazione di agenti clandestini. Era imperniata sull’apprendimento di tecniche di tiro di combattimento, di corso di lingue straniere, sugli esplosivi, le comunicazioni, e sull’acquisizione di tecniche operative.

Un addestramento temibile in materia di sopravvivenza e di combattimento a mani nude o con armi, veniva a perfezionare l’insieme. Il combattimento a mani nude era una combinazione di tecniche di combattimenti orientali ed occidentali come la boxe inglese, la lotta greco-romana e delle tecniche derivate dal Close Combat del Maggiore W.E. Fairbairn. Così, la parola “Kapap” definiva sia l’addestramento che il sistema di combattimento e designava la totalità del programma di formazione del commando d’élite.

Fu allora che M. Emrich “Imi” Lichtenfeld (Sde-or) che fu il fondatore del Krav Maga, intervenne nel quadro dello sviluppo di tecniche di auto-difesa nell’ambito delle I.D.F.

Nato nel 1910 a Budapest in Ungheria, era fortemente influenzato da suo padre, allora capo-istruttore per le Forze di Polizia a Bratislava (Slovacchia), e beneficiò del suo insegnamento in materia di sport di combattimento e di preparazione fisica. Imi era un atleta completo che sapeva differenziarsi nella pratica di numerosi sport come la boxe inglese, la lotta greco-romana, la ginnastica dove eccelse, ed il nuoto.

Fu consacrato campione di lotta nella categoria junior nel 1928 in Slovacchia. Lo stesso anno, vinse il campionato nazionale di boxe inglese, come pure i campionati internazionali di ginnastica. Lasciò la Slovacchia nel 1942 per raggiungere Israele, interessato ad essere utile per il nuovo Stato Ebraico.

Fu reclutato nell’ambito dell’ Hagana nel 1944, all’alba della Seconda Guerra Mondiale, dall’Ufficiale superiore Izchack Sade che vide in lui un simbolo d’intégrità e di talento sportivo. Esperto in preparazione fisica, Imi Lichtenfeld addestrò i soldati, ma anche nei suoi settori di competenza quali l’utilizzo d’armi bianche, del bastone da combattimento (tecniche derivate da quelle del Maggiore W.E. Fairbain), la difesa contro armi bianche e bastone. Dopo la dichiarazione d’indipendenza dello Stato Ebraico, Imi diventò l’istruttore capo delle I.D.F. in materia di preparazione fisica e di auto-difesa. Doveva diventare più tardi l’istruttore capo di Krav Maga per l’insieme delle Forze di Difesa Israeliane.

Forte del suo curriculum d’istruttore capo, Imi sviluppò tecniche di difesa contro coltello, armi da fuoco, fucile a baionetta e contro differenti attacchi e minacce. Fedele alla sua massima “dal cammino più breve e più rapido“, egli include tecniche di boxe, di Jujitsu e di Judo. Queste furono le premesse di quello che doveva divenire il Krav Maga.
Ma Imi Lichtenfeld non si fermò qui. Sviluppò un metodo meno

complesso da insegnare ai soldati delle I.D.F., e proseguì la sua riflessione sviluppando tecniche semplici che possono essere assimilate rapidamente, pur affermando il concetto del “vai verso il pericolo“; migliore strategia per annientare la minaccia o l’attacco. La fine degli anni 50 gli danno ragione quando nasce l’unità segreta battezzata Unità 216 o “Sayeret Mat’kal”, mentre tutti s’interrogano sulla necessità di istruire l’insieme delle Forze Israéliane al Krav Maga, tanto la minaccia dei paesi arabi era grande.

Le tecniche di auto-difesa e di combattimento erano allora riservate alle unità d’élite. Imi Lichtenfeld fu così designato per creare, sviluppare e codificare un metodo di combattimento semplice ed efficace. Questo metodo portava il nome di Krav Maga, o Combattimento Corpo a Corpo (Combattimento a Contatto per alcuni).

- Sistema di combattimento per eccellenza

Nato soprattutto da una riflessione collettiva (anche se alcuni affermano il contrario), il Krav Maga doveva essere un metodo assimilabile rapidamente per preparare i soldati al combattimento, dare loro fiducia ed inculcare loro lo spirito del combattente. Fu così che Imi Lichtenfeld, su richiesta delle autorità israeliane, creò un programma d’addestramento accelerato che chiamò “Krav Maga”.

A base di arti marziali come Jiujitsu e Judo, il sistema era arricchito di tecniche di boxe, e permise rapidamente di fare fronte ad attacchi e minacce con coltello, armi da fuoco, d’acquisire delle tecniche di combattimento corpo a corpo temibili, delle tecniche di combattimento a terra e contro qualsiasi strangolamento. Inoltre, si sviluppò un insieme di tecniche proprie del servizio di Sicurezza e di Protezione della persona. Dennis Hanover e alcuni altri istruttori delle Forze Speciali, come il tenente colonnello Chaim Pe’er contribuirono successivamente a elaborare il Krav Maga così come lo conosciamo oggi. Sottolineiamo inoltre l’intervento negli anni ‘80 di André Zeitoun (allenatore dell’équipe israeliana amatoriale di Thaï-Boxe), che insegnò la Thaï-boxe ai soldati.

Le sue tecniche hanno influenzato i calci utilizzati nel Krav Maga oggi. Il Krav Maga offre ai soldati ed a tutti gli allievi di avere fiducia e sicurezza in se stessi, oltre a conoscere il proprio potenziale fisico.

Permette inoltre una gestione ottimale dello stress, e permette a tutti di avere i mezzi per vincere. La sua pratica regolare offre ai praticanti di sviluppare una forma d’intelligenza istintiva, che dà il vantaggio di acquisire una capacità d’adattamento superiore. Ciò che importa, è che il Krav Maga è soprattutto un mezzo sorto e poi provato nella realtà, attraverso le minacce che pesano sullo Stato di Israele. Le Polizie e le Forze Speciali del mondo intero l’ hanno definitivamente adottato.

Il Krav-Maga appartiene al dominio reale. In altri termini, non è un ` metodo di laboratorio ‘, ma un metodo provato all’interno stesso di un conflitto; come lo è stato il “Close Combat del Maggiore W.E. FAIRBAIN”; elaborato in modo empirico ed insegnato ai molto celebri “Shanghai Riot Squad”. Quindi può essere insegnato tanto ai soldati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine, quanto a ogni persona che desidera vivere in tutta quiete, e non nel timore dell’aggressione.

- La filosofia?

l CKM focalizza la propria attenzione più su dei concetti che non su delle tecniche vere e proprie. L’obiettivo primario del CKM è di fare tutto quanto il possibile per evitare lo scontro. Il consiglio è sempre quello di scappare se ci sono vie di fuga specialmente se abbiamo davanti persone armate in quanto non dobbiamo dimostrare niente a nessuno.

Tuttavia bisogna tener conto che non sempre esiste una via d’uscita pacifica ed è qui che entra in gioco il concetto di "Engage e Disengage" o impegno e disimpegno utilizzato proprio dalle Forze Speciali.

Quando purtroppo ci si trova in una brutta situazione senza via d’uscita i principi del CKM consentono di intervenire in modo rapidissimo ed efficace usando tutti i mezzi a disposizione inclusi colpi considerati sporchi e disonesti dalle arti marziali tradizionali come ad esempio i colpi a genitali, morsi ed altri colpi in punti vitali del corpo umano. Gli stessi concetti vengono applicati anche ai disarmi da pistola ed alla difesa da coltello e da bastone. In ogni caso i praticanti di CKM si allenano ad infliggere il maggiore numero di danni al proprio aggressore nel minor tempo possibile allo scopo di disimpegnarsi prima possibile e quindi scappare dalla scena del conflitto per mettere in salvo se stessi ed eventualmente i propri cari.

Più il conflitto dura, maggiori sono le possibilità che la persona attaccata possa riportare ferite e danni fisici.

Nel CKM, a differenza di altri sistemi di difesa, non si focalizza la propria attenzione sul punire il proprio aggressore con pugni e calci bensì sulla sopravvivenza al confronto fisico e sul ritorno a casa dalla propria famiglia sani e salvi.

I concetti del Commando Krav Maga sono molto semplici da apprendere ma dietro ad ogni movimento ci sono anni di studio sia a livello di biomeccanica che di psicologia applicata alla reazione del corpo umano in condizioni di "stress".

La maggior parte delle tecniche di CKM, vista la loro universalità, possono essere applicate in diversi contesti, più le tecniche sono semplici e più facile sarà applicarle in condizini di panico e di "stress" reali. Invece di studiare per anni centinaia di movimenti complicati il praticante soltanto in pochi mesi è in grado di applicare realmente i concetti appresi.

Il CKM si distingue inoltre da altri sistemi perchè per ogni movimento si pone la fatidica domanda “what...if?” ossia “cosa fare ...se?”. Per esempio :se durante un attacco di coltello, quest’ultimo cade in terra i praticanti di CKM sanno cosa fare oppure se l’attacante è molto alto oppure molto basso il praticante saprà adattare la propria strategia difensiva in base alla situazione in quel momento.

Il concetto rimane sempre quello però la tecnica verrà adattata in base alla necessità del momento.

Krav-Maga-Worldwide

In 1981, la Krav Maga Association of Israel e il Ministero dell’Educazione israeliano hanno tenuto il primo corso istruttore all’istituto di Educazione fisica di Wingate. Una delegazione di 23 persone degli USA parteciparono al corso che era supervisionato da Imi. Darren Levine della California era nella delegazione perchè aveva una nota esperienza in arti marziali e in boxe e per la sua implicazione a livello di educazione fisica al Heschel Day School vicino a L.A. Durante il corso, Imi divenne amico di Levine e gli propose di proseguire la sua formazione in America

Darren Levine propose corsi di Krav Maga al Heschel Day School. Alla riquiesta di Imi, Levine con uno dei suoi studenti, Joel Bernstein, ed altre persone influenti della comunità ebraica di L.A., formarono la Krav Maga Association of America, Inc. Nel 1987, Levine con i suoi studenti più avanzati iniziarono ad insegnare il Krav Maga alle Forze dell’Ordine degli Stati Uniti. Con la supervisione di Imi, hanno adattato il KM agli scopi delle Forze dell’Ordine e dell’esercito americano.

Poco dopo avere ottenuto il sesto livello cintura nera, Levine riceve da Imi il Founder's Diploma for Special Excellence in Krav Maga. Imi ha dato questo diploma a solo 2 persone.

Questo diploma era riservato a persone che IMi sapeva capaci di essere leader nello sviluppo del Krav Maga.

Krav Maga Worldwide Enterprises è stato creato nel gennaio 1999 per sviluppare il KM negli USA ma anche nel mondo. Il Krav Maga è velocemente divenuto popolare: ci sono quasi 10,000 studenti. E’ utilizzato dalle forze dell’ordine locali, statali e federali , l’ FBI, i servizi segreti e l’ufficio Alcool, Tabacco e Armi.

I PRINCIPI DEL KM

1° - Prevenzione, evitare individui sospetti per la strada, nei locali e averli troppo vicino.
2° - Movimenti naturali, eseguire i movimenti naturali del corpo, mai forzati o prestabiliti.
3° - La distanza, cercare di difendersi e/o attaccare usando la distanza ravvicinata.
4° - Scoraggiare, tentare di scoraggiare l’avversario verbalmente.
5° - Le zone, attaccare le zone più vulnerabili del corpo umano (occhi, gola, organi genitali)
6° - Oggetti, utilizzare qualsiasi oggetto per difendersi.
7° - Niente è proibito, nel momento della colluttazione utilizzare tutte le tecniche, tutti gli attacchi, nulla è proibito.


SEMPLICITA'
Il KRAV MAGA si basa su movimenti semplici e movimenti naturali. Sono quelli che funzionano meglio in un combattimento reale, a differenza dei movimenti pre-ordinati che non hanno naturalezza.

VELOCITA'

La velocità di reazione determina l’efficacia della tecnica, perciò è basilare esercitarsi sulla velocità di reazione con una risposta veloce ed esplosiva.


IMPORTANTE
I colpi portati nei punti delle cat 1 & 2 sono obiettivi adatti ad ambienti e situazioni ad alto rischio come i teatri operativi mediorientali, gli operatori delle forze dell'ordine etc, ma che potrebbero essere fonte di problemi in situazioni di vita quotidiana se usati da comuni cittadini , infatti l'approccio aggressivo e per alcuni versi " anticipatorio " del KM potrebbero portare a complicazioni di natura Penale per chi pratica ed usa le tecniche apprese senza usare prima la testa !
Per questo, nell'ambito civile della difesa personale, il Krav Maga viene insegnato da Istruttori esperti per essere usato solo in casi estremi di pericolo per la propria vita (violenza da strada, tentativi di stupro, aggressioni a mano armata ecc...), Istruttori che DEVONO insegnare che fondamentalmente e’ meglio sempre evitare lo scontro.

CLASSIFICAZIONE DEL KM

La classificazione del Krav Maga come sistema di combattimento ravvicinato (come bene evidenzia la traduzione del nome) si evidenzia anche nella sua scarsa attitudine a essere praticato come sport da competizione infatti il Krav Maga difficilmente può essere praticato in forma sportiva, come avviene per Karate, TaeKwon Do ed altri sport da combattimento, perche' a differenza di queste Arti Marziali tradizionali che ritualizzano i gesti, il Krav-Maga è un sistema di combattimento pragmatico.
Ogni gesto è essenziale, scarno, rapido e senza " fronzoli " ,ogni colpo e’ diretto verso un punto sensibile e deve far male, deve rendere l'avversario incapace di reagire e deve lasciarci il tempo per allontanarci in sicurezza.
Queste caratteristiche percio' non riescono a rendere il KM uno sport competitivo in cui un giudice dichiara il " punto " e l'avversario rispettato e dove ,normalmente, il plesso solare , il cervelletto, i genitali le carotidi la gola e gli occhi sono zone, ritenute intoccabili e se toccate danno penalizzazioni.