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Dojo Eleonora Krav Maga Training

lunedì 18 ottobre 2010

Il calcio maegeri


Il tipico calcio maegeri che si esegue nel karate okinawense è tecnicamente molto diverso dal calcio frontale delle altre discipline: in molte discipline marziali o sport da combattimento il calcio frontale è inteso come “calcio di sbarramento” e non invece,come avviene nel karate tradizionale,come tecnica di percussione.
La differenza tra questi due diversi metodi di eseguire il calcio frontale è sostanziale e rende più o meno efficace il calcio.
Nel calcio inteso come azione di spinta o sbarramento l’arto che esegue il calcio viene “bloccato” divenendo un pezzo unico che esercita un’azione di contraposizione e di spinta tra noi e il bersaglio,questa tecnica viene quasi sempre eseguita con l’intera pianta del piede che andrà a colpire il bersaglio con una azione, appunto, di spinta. Nel karate tradizionale,invece, il calcio maegeri, per ottenere la massima efficacia, viene eseguito tenendo conto e rispettando il concetto del “tripendolo” che le articolazioni del nostro corpo ci mettono a disposizione. Nel primo modo di eseguire il calcio si perdono le accelerazioni date dalle tre articolazioni coinvolte nel calcio: caviglia, ginocchio e anca,inoltre il calcio segue quasi una linea retta perdendo buona parte della sua energia. Nel secondo caso, invece, lo spostamento in avanti del bacino e della spina dorsale è simile all’azione della camminata tipica di una struttura a catena cinematica,come, appunto,quella della articolazioni inferiori del corpo umano.
Equilibrio e piede di sostegno
Il piede d’appoggio riveste un ruolo fondamentale nell’azione di spinta delle anche (ko shi no), per sfruttare appieno la spinta delle anche e della schiena è fondamentale che il piede d’appoggio sia fisso al suolo,durante l’esecuzione di caricamento del calcio, di estensione e di recupero non si apra:la sua leggera e fisiologica apertura deve avvenire nel momento in cui la gamba che ha calciato arriva al suolo. La partenza e l’arrivo del calcio devono corrispondere anche, in questa fase dinamica, ai punti più bassi del baricentro che per tale motivo, in questa fase, restituirà stabiltà all’intero corpo.
Nel momento di massima estensione del calcio, che non deve mai arrivare all’intera e completa escursione articolare del ginocchio,(ogni arto deve rimanere sempre leggermente flesso), l’anca del lato che esegue il maegeri è proiettata in avanti ed il braccio e la spalla opposta devono effettuare una oscillazione contraria,(come avviene nella normale camminata) in questo modo “il centro di massa” verrà sfruttato appieno e, in modo fisiologico, sarà lanciato verso il bersaglio scaricando la massima potenza.
Ciro Varone