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Dojo Eleonora Krav Maga Training

martedì 21 dicembre 2010

Un'allieva del Dojo Eleonora, Anna Torreggiani ci scrive

Quando ci si trova di fronte ad una disciplina o una tecnica che non si conosce l’atteggiamento può essere duplice: “Il tutto e subito” o “ non sono capace….”

E’ facile entusiasmarsi e poi demotivarsi quando si incontrano limiti o vincoli intrinseci ed estrinseci.

La definizione di apprendimento che più mi piace lo parafrasa come un “Abbandonare una cornice di sicurezza per entrare in una corrente di possibilità”.

Siamo soliti pensare all’apprendimento come qualcosa di prettamente scolastico, cognitivo e comunque legato ad una certa fascia di età.

Ma l’evoluzione della nostra società e quindi delle persone che cercano in un qualche modo di ovviare alla “malattia ipocinetica”, vede sempre più soggetti che iniziano anche in età matura a fare sport e a intraprendere vecchie e nuove discipline motorie e sportive.

Inoltre è proprio una caratteristica dell’essere umano quella di avere una capacità di apprendimento illimitata nel tempo, a differenza degli animali che nascono con degli schematismi dati e qualora abbiano in alcune specie capacità di apprendere, questa rimane pur sempre limitata rispetto al genere umano.

Purtroppo, come scrivevo all’inizio, siamo anche consumati dal consumismo che ci inculca l’idea dell’usa e getta o del tutto e subito, per cui spesso abbiamo la pretesa di imparare alla svelta per poi eventualmente passare ad altro. L’apprendimento necessita di tempo, lentezza, l’apprendimento è ripetizione, variazione, tentativi ed errori, dal globale all’analitico e viceversa, è approssimazioni successive….

E un meccanismo quasi perverso del nostro sistema nervoso quando una cosa non è chiara è quello di affrettarci; come se dicessimo “ Facciamo questa cosa, così poi non ci pensiamo più…” L’affrettarci non fa altro che aumentare la confusione o la non chiarezza. E’ difficile sostare nella frustrazione, soprattutto se questa supera il nostro bisogno di sicurezza, ma il bravo maestro sa calibrare in giusta dose le due componenti.

Resta implicito il fatto che ciascuno di noi ha comunque il diritto a provare per capire e sentire se una disciplina o un’arte può fare per lui, ma occorre darsi tempo, il giusto tempo per gustare le esperienze e non divorarle.

Spesso sento di persone che dopo un po’ cominciano ad accusare dolori dovuti ad infiammazioni o contratture e la tendenza è quella di considerare il limite come qualcosa di isolato nel corpo. Mi capita di vedere e sentire difficoltà nei movimenti quando ad esempio viene richiesto che un’azione che termina con il braccio abbia il suo inizio nel bacino…

E’ una delle tante rivoluzioni copernicane che debbono avvenire nel nostro corpo e prima di tutto nel nostro sistema nervoso affinché si giunga ad un movimento che scorre, fluido e non segmentale. Un altro aspetto che più mi ha incuriosita ed interessata quando ho iniziato ad avvicinarmi al krav maga con il corso di antiaggressione e antistupro è stata quella di entrare nel movimento dell’altro, assecondandolo, non opponendosi (la via della cedevolezza) in modo da avere una risposta efficiente e che consenta di liberarsi da un attacco.

Quando si trova la giusta leva, quando si sente come la catena cinetica funziona, la forza non è più l’elemento determinante Non trascurabile è la dimensione e l’importanza del respiro come componente che contribuisce necessariamente alla buona riuscita di un movimento-azione. Eseguire movimenti nuovi e insoliti comporta spesso un trattenere il respiro (apnea). Occorre lavorare anche su questa funzione che è sì involontaria (SNA) ma è anche volontaria quando agiamo su di essa attraverso la nostra consapevolezza.

Se respiriamo bene, coerentemente con il movimento, il risultato sarà sicuramente migliore. E’ un principio universale, ovvio: “Massimo rendimento col minimo sforzo”…è un’altra rivoluzione copernicana per tutti noi che invece pensiamo di doverci sempre e necessariamente sforzare per avere un risultato.

Ringrazio Marco Ceccarini e Athos Trevisi, maestri ed amici, per avermi dato la possibilità di parlare di questa tematica.