SITO UFFICIALE

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Dojo Eleonora Krav Maga Training

mercoledì 29 giugno 2011

Bullismo: il disagio giovanile




Educare non è cosa semplice poiché implica, in primis, il mettersi in discussione come padri, maestri, allenatori e/o educatori. Il giovane che non ha un buon esempio da seguire, arriva anche a dubitare del valore dell'essere uomo raziocinante.
Scrivere di questi temi è facile e scontato, ma allo stesso tempo è anche difficoltoso in quanto, una riflessione del genere, implica anche il dover riconoscere che al giorno d'oggi, sempre più spesso, la nostra società mostra di non amare i propri figli, di rinnegarli in quanto ne ha paura poiché essi rappresentano il risultato della nostra cattiva educazione e del nostro cattivo esempio. Tendiamo così a lasciare che questi si "brucino" con vari videogiochi, macchine potenti e allucinogeni di ultima generazione e, cosa ancora più grave, li rendiamo privi d'identità.
Quasi tutte le ricerche su questo tema descrivono le vittime del bullismo come ragazzi insicuri, sensibili e timorosi: ragazzi che hanno una scarsa autostima e poche capacità di confrontarsi con il mondo che li circonda.
Ma che cos'è il bullismo? e da cosa è caratterizzato? il bullismo è una patologia della relazione in cui i ruoli di vittima e di bullo tendono a cristallizzarsi nel tempo e nei diversi contesti. vi è bullismo nel momento in cui si è in presenza di aggressioni continuate nel tempo, squilibrio di potere nella relazione tra bullo e vittima e mancata provocazione da parte di quest'ultima. E’ inoltre molto utile distinguere tre diverse forme di tale patologia relazionale: il bullismo diretto, che può essere fisico o verbale, il bullismo indiretto, che si manifesta sotto una forma sociale e relazionale in cui vi è una pianificazione più alta e sofisticata e che si esprime nel dire falsità, far litigare le amiche ecc, e il cyber bullismo, il quale prevede la prevaricazione tramite le tecnologie.
Salmivalli ha identificato sei diversi modi in cui si può essere inseriti all'interno di una prevaricazione: esiste la figura del bullo, della vittima (passiva o provocatrice), gli aiutanti del bullo, i sostenitori del bullo (che incitano ma non intervengono fisicamente), gli esterni e, infine, i difensori della vittima.
Ciò che emerge sempre più frequentemente dall'analisi dal fenomeno del bullismo, è che molto spesso le vittime non intraprendono nessun tipo di attività fisica, né partecipano a giochi di squadra o attività sportive organizzate : tutto ciò sarebbe riconducibile ad un livello basso di autostima, inteso come la valutazione negativa globale del sé e, in maniera più specifica, anche ad un senso di inefficacia percepita, intesa come la percezione della propria incapacità d'azione in un determinato contesto ( in questo caso, il contesto dell'attività sportiva). Tali considerazioni potrebbero essere utili ai genitori per poter effettuare una sorta di screening comportamentale verso il proprio figlio/a fuori dall'ambiente domestico: anche uno scarso rendimento scolastico è
molto spesso indicativo di un possibile disagio che talvolta coincide con la situazione di vittima di prevaricazioni.
Secondo fonti autorevoli un buon aiuto ai ragazzi che soffrono di tale patologia relazionale, potrebbe essere dato attraverso un percorso di presa di coscienza delle proprie emozioni e delle proprie capacità e peculiarità: una condotta sociale stabile implica il saper riconoscere la propria dignità e autostima rispettando ruoli e diversità sociali. è essenziale, soprattutto in età adolescenziale, la costruzione della propria identità personale la quale può avvenire sia attraverso l'appartenenza a gruppi sociali genuini, sia attraverso le esperienze di vita, sia, come direbbe Rogers, attraverso l'accettazione incondizionata che i genitori devono mostrare nei confronti dei figli affinché questi si sentano accettati, e liberi di esprimere la propria identità accrescendo, contemporaneamente, la propria autostima.
Gli adulti dovrebbero chiedersi come e cosa potrebbero fare per i propri figli, sarebbe molto utile quindi attuare un'autocritica che, come noto, nella società occidentale non rappresenta affatto una modalità consueta di ragionamento. Il bullismo è figlio dell'atteggiamento che noi adottiamo verso i nostri simili e , pertanto, senza quasi rendercene conto, i nostri ragazzi rispecchiano ciò che noi siamo e ciò che facciamo.
Ciro Varone
Sara Varone

domenica 26 giugno 2011

Dojo Eleonora - Krav Maga Mantova



Dojo Eleonora - Krav Maga Mantova

fa parte del gruppo sportivo

dell’Associazione Nazionale della polizia

di stato (sez. Mantova)

giovedì 23 giugno 2011

Come è perché viene scelta la vittima


Per studiare la loro ipotesi, gli psicologi Rebekak Gunn, Lucy Johnston e Stephen Hudson hanno condotto tre esperimenti.
Al primo di questi hanno partecipato 71 donne; a queste é stato chiesto di vestire una tuta che aveva dei cerchi colorati in corrispondenza alle giunture e di camminare per una stanza.
Questo"scorazzare" veniva filmato e poi esaminato da un gruppo misto di persone. Compito di queste
ultime era stabilire se la donna ripresa fosse una vittima facile o difficile di uno stupro o di un'aggressione. I risultati hanno messo in luce delle osservazioni decisamente interessanti.
Le potenziali "prede" erano caratterizzate dal fatto di avere un passo piuttosto corto in rapporto alla loro altezza; sollevavano parecchio i piedi, mostravano una ridotta oscillazione delle braccia, camminavano in modo relativamente lento, con poco vigore e avevano una taglia piccola. Inoltre, nel camminare, tendevano a inclinarsi in avanti, all'indietro o di lato e, in generale, le loro movenze erano più esitanti e impacciate. Le donne che davano l'impressione di essere più coriacee, invece, avevano un passo piuttosto lungo e il loro peso era ben bilanciato nello spazio. Il loro incedere dava l'idea di essere deciso e composto.
La camminata era piuttosto regolare e i piedi venivano sollevati appena (dando l'idea di essere "ben piantati"); l'oscillazione delle braccia era ampia. In generale, risultavano sciolte, energiche, avevano un passo spedito e pesavano più della media. Anche il secondo esperimento ha dato risultati analoghi, ma le "vittime predestinate" questa volta erano i maschietti. La scelta di esaminare anche il sesso forte era legata alla constatazione che ad essere oggetto di certi tipi di aggressioni fisiche sono quasi sempre gli uomini. Sono così stati reclutati 50 volontari, cui è stato chiesto di "passeggiare" nella stessa stanza del primo esperimento. Un gruppo misto di 30 partecipanti doveva invece misurare con una scala di valori da 1 a 10 chi fosse più o meno "vulnerabile" ("1" equivaleva a "Vittima molto facile di un'aggressione"; mentre "10" era il valore attribuito agli individui che più difficilmente sarebbero stati oggetto di "quelle" attenzioni). In modo analogo a quanto emerso con i partecipanti femminili, gli uomini più "fragili" possedevano dei tratti distintivi: il passo era breve in relazione all'altezza; mostravano una certa fiacchezza e legnosità nel movimento ed apparivano gracili e sottopeso. Mentre il primo e il secondo studio avevano lo scopo di valutare l'effetto del tipo di movimento in rapporto alla vulnerabilità; nel terzo, i ricercatori hanno voluto esaminare quanto, al riguardo, incidano l'abbigliamento e il tipo di scarpe indossate. Anche in questo caso, i soggetti filmati erano donne.
I loro vestiti erano di tre tipi: la tuta del primo esperimento, dei pantaloni a gamba stretta oppure una gonna a tubo.
Anche quello che calzavano cambiava: in un caso, erano a piedi scalzi; nel secondo, con scarpe basse e nel terzo, con scarpe con il tacco a spillo. Il gruppo degli esaminatori era di 72 persone; metà di sesso maschile; metà femminile. Come negli altri due esperimenti, é risultato che un passo lento, corto e una certa rigidità (assieme a una limitata oscillazione delle braccia) segnalavano le vittime più facili.
Quanto ai capi di abbigliamento, come prevedibile, la gonna e le scarpe con il tacco rendevano la donna più "aggredibile"; più precisamente, questi due accessori conferivano alla "falcata" un andatura più incerta e frenata; costringevano, inoltre, a sollevare di più i piedi e ad andare più piano.
Studio tratto da : Rebekah E. Gunns, Lucy Johnston, Stephen M. Hudson: Victim selction and kinematics; a point-liht investigation of vulnerability to attack; Journal of nonverbal Behavior, vol. 26, n. 3, fall 2002
M. Ciro VARONE

lunedì 20 giugno 2011

Nuovo programma di formazione Krav Maga



FESIK Settore Krav Maga-segreteria nazionale- April 1, 2011

Cari amici,
In data 26 Marzo 2011, a Cattolica, si è riunita la commissione tecnica nazionale con il presidente del Settore Dr. Angelini Osvaldo e il direttore tecnico nazionale M° Ciro Varone, approvando le seguenti mozioni:
Attività di formazione a carettere nazionale:


1. Stage Tecnico Nazionale (aperto a tutti i livelli) dove verranno trattati i programmi tecnici nazionali d’esame e le novità dei progetti “educational” (tale stage si terrà indicativamente a fine marzo di ogni anno)


2. Summer Camp (aperto a tutti i livelli) si terrà indicativamente l’ultima settimana di Agosto, sarà dedicato in modo specifico al programma “Police S.F.F.S.” (security force fesik system).
N.B.
Per i tecnici che intendono insegnare e organizzare corsi specifici di Police S.F.F.S. sarà obbligatoria la partecipazione al Summer Camp e la licenza di insegnamento avrà validità annuale (da Agosto ad Agosto).
- I componenti della commissione tecnica nazionale sono incaricati per le diverse aeree geografiche di seguire e pianificare, di concerto con i delegati regionali, l’attività delle regioni affiliate al settore Krav Maga.
- I delegati regionali sotto la stretta supervisione della commissione tecnica nazionale potranno organizzare, nelle regioni di competenza, i corsi di formazione “ore educational” utili ai candidati per maturare le ore e le competenze teoriche/pratiche richieste per essere ammessi agli esami nazionali.
- Con la presenza dei delegati regionali e con almeno un membro della commissione tecnica nazionale incaricato si potranno sostenere in regione/provincia gli esami di qualifica “Trainer”.
Divisione area geografica e competenze territoriali:
per una più omogenea crescita tecnica e per garantire la massima trasparenza federale su tutto il territorio nazionale, ad ogni area geografica sono stati assegnati i membri della commissione tecnica nazionale:

Nord Italia:

- Sajetti Alessandro, Varone Antonio, Marco Ceccarini, Ramponi Daniele.v


Centro Italia:

- Giovanni Gogna, Alex Guarneri, Giovanni Gregoriv


Sud Italia:

- Angelo Evangelisti, Guarneri Alexv


Sud Isole:

- Ramponi Danielev




Il direttore tecnico nazionale potrà seguire su tutto il territorio nazionale tutte le attività federali.
v

* Referenti regionali e provinciali:
Lombardia: Scutari Angelo, Pavesi Davide, Ragno Riccardo, Boselli Italo (divisi per provincie)
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Piemonte: Scano Gianni, Cappe’ Valentina
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Valle D’Aosta: Vittonatti Gianni
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Emilia Romagna: Marco Giordano
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Abruzzo: Gabriele D’Alessio
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Triveneto: Del Pretto Daniela
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Sicilia: Eliseo Scarcella
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Sardegna: Ignazio De Martis
v
Toscana,Liguria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria: Commissione Tecnica nazionale
v
I referenti Regionali potranno essere integrati con altri candidati

Cordiali saluti
Il presidente
Dr. Angelini Osvaldo
Il direttore tecnico nazionale
M° Ciro Varone