SITO UFFICIALE

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Dojo Eleonora Krav Maga Training

giovedì 25 marzo 2010

21 Marzo saggio degli allievi del Dojo Eleonora presso il centro commerciale IL GIGANTE

La palestra Krav Maga Dojo Eleonora - Mantova, durante l’esibizione organizzata domenica 21 marzo presso il C. C. Quattro Venti di Curtatone, ha messo a disposizione ciò che è stato appreso dagli allievi durante questi primi mesi di attività.

Alla presenza di un gran numero di spettatori e dei vertici dell’ipermercato, che si sono detti molto soddisfatti del successo ottenuto dall’iniziativa, il Maestro Antonio Varone e l’Istruttore responsabile del Dojo Eleonora di Mantova, Marco Ceccarini, hanno messo all’opera gli allievi fornendo informazioni sulla disciplina Krav Maga e facendo eseguire alcune tecniche dimostrative di autodifesa.

Il messaggio passato in questo frangente è proprio quello intrinseco all’apprendimento del Krav Maga: non serve essere superuomini o superdonne per sapersi difendere e per imparare ad applicare queste tecniche, sono sufficienti impegno e serietà.

La speranza, come più volte sottolineato dallo stesso Maestro Antonio Varone, è quella di non incorrere mai in una aggressione ma, qualora dovesse accadere, è opportuno sapere come difendersi o valutare se sia il caso o meno di reagire.

Apprendere correttamente il Krav Maga è anche questo: acquisire conoscenza di sé attraverso le potenzialità del proprio corpo e di conseguenza consolidare l’equilibrio psico-fisico, così da saper valutare i rischi e le conseguenze delle proprie azioni, anche in situazioni estreme, sia per sé stessi che rispetto a terzi.

Gli Istruttori del Krav Maga Dojo Eleonora, sono sempre a disposizione per quaslsiasi informazione inerente le attività della palesta.













martedì 23 marzo 2010

Perchè praticare il Krav Maga?



Il krav maga è privo di elementi competitivi e sportivi esso rappresenta la forma di autodifesa più pura al mondo.


Il krav maga è il sistema di combattimento disarmato proprio della forza di difesa israeliana, appositamente elaborato per uno scopo specifico : sopravvivere a qualsiasi aggressione.


Questo viene insegnato ad ogni recluta, alla Polizia, ai servizi di sicurezza ed anche alle agenzie statunitensi per la difesa della legalità, esso rappresenta una forma pura di autodifesa che prevede tecniche efficaci ed istintive per affrontare quasi tutte le situazioni di combattimento a mani nude in cui un soldato possa trovarsi, dalla difesa contro un singolo attaccante armato di coltello allo scontro con più aggressori.


La grande praticità e semplicità è il vero valore del Krav Maga.

Quando avviene un’aggressione ci rendiamo conto, anche se troppo tardi, che questo episodio può accadere a tutti senza distinzioni:

uomini, donne e bambini; in modo particolare le categorie più a rischio sono proprio le donne.


Le aggressioni di diversa natura avvengono più frequentemente di quando ognuno di noi possiamo immaginare e in molti casi ci trovano del tutto impreparati.


Gli ultimi dati ISTAT dicono che in Italia vengono perpretati ai danni delle donne, circa 7 aggressioni a sfondo sessuale alla settimana, senza contare le violenze fisiche non denunciate per paura o minaccia di ritorsioni.


A differenza degi sport da combattimento, dove chi partecipa ad un incontro, seppur cruento, lo fa per libera scelta e con la consapevolezza che al minimo pericolo c’è un regolamento che lo tutela con la presenza di medici che accorrono in suo aiuto per limitare al minimo i danni provocati dallo scontro, nella situazione di difesa personale ciò non accade e chi ci aggredisce agisce cercando di sopraffarci; spesso mettendo in atto e scaricando sulla vittima prescelta un’aggressività atta ad inibire le nostre capacità difensive, creando così uno shock che spesso ci accompagnerà per tutta la vita.


Il combattimento sportivo è una scelta, l’autodifesa è una necessità!


L’aggressione fisica e psicologica sono dei mezzi coercitivi di controllo e attraverso soggezione che vengono adottati per soggiogare la vittima al proprio volere.


In modo particolare le donne hanno interiorizzato la teoria della loro debolezza e questo tende ancora di più a confondere la violenza con l’aggressività.


E’ invece importante che le donne imparino ad utilizzare l’aggressività come piattaforma di reazione davanti a qualsiasi forma di violenza fisica, verbale e psicologica.

Quindi, le prime false convinzioni da sfatare sono che la donna sia più debole dell’uomo e per questo in uno scontro debba per forza perdere.


Tutti sappiamo che in uno scontro la forza fisica è solo una delle componenti che scendono in campo, ma non è la sola qualità che decide l’esito di un combattimento: la velocità, l’astuzia, il timing e la capacità di incanalare la propria aggressività sono senz’altro componenti decisamente più importanti della forza fisica, e questi requisiti, come tutti sappiamo, non sono solo retaggio del maschio.


La difesa personale è in primis un atteggiamento mentale, una disposizione: credere di essere deboli e vivere secondo questa opinione rende in realtà veramente deboli.

Inversamente la donna deve prendere consapevolezza delle proprie capacità difensive e la prima tappa è acquisire la propria autostima.


Attraverso i nostri corsi, con metodi di lavoro mirati e seguiti da istruttori certificati, potrai anche tu vincere la paura e essere veramente libero/a di vivere la tua vita in piena tranquillità.


Ciro VARONE

giovedì 18 marzo 2010

UN GIORNO INDIMENTICABILE DELLA MIA VITA

Voglio pubblicare questa lettera che mi ha inviato un mio carissimo amico di origine nigeriana, ormai cittadino italiano poiché da molti anni in Italia.

ALOWOSILE SIKIRU PAOLO, ci racconta un fatto accadutogli nel mantovano qualche hanno fa e che ha contribuito a rafforzargli la fede per Dio e per il prossimo.

E’ un pastore protestante ed ha una meravigliosa famiglia, dedica la sua vita ad aiutare le persone bisognose.



Un brutto giorno, indimenticabile della mia vita.

Il 25 Aprile 1996, che sembrava un giorno come tanti altri, andai a trovare mio fratello che abitava al condominio di fronte al mio, qui a Castiglione delle Stiviere in via Kennedy (quartiere 5 continenti), ma sfortunatamente non lo trovai in casa.
Nel tornare a casa incontrai una mia amica compaesana perché anche lei era venuta a trovare mio fratello.

Lei si offrì di concedermi un passaggio per tornare a casa per farmi evitare una faticosa salita.
Entrati in macchina e volendo svolgere la manovra di retromarcia, l'automobile condotta dal ragazzo napoletano che si trovava dietro di noi ha parcheggiato al posto dove noi siamo usciti.
Il ragazzo ci chiese di abbassare il finestrino, poiché noi credemmo che stesse cercando qualcuno o qualche appartamento lo ascoltammo.

Iniziò a insultareci con parole razziste e insinuazioni di forte peso: ci diede nomi come ladri,sporchi invitandoci di tornare al nostro paese e altri insulti che è meglio non ripetere.

Non appena fini con le parole passò alle mani dando uno schiaffo alla mia amica e lei sconvolta si chiedeva il perché, allorché io mi intromisi per separarli e spigai al ragazzo che siamo tutti uguali e di non comportarsi in tale maniera, ma lui se la prese anche con me scagliandomi un pugno in faccia.

Caddi a terra dal dolore, ma dal loro appartamento scese il fratello Antonio Marciano che portava con se un coltello da salume.

Egli, visto il trambusto scatenatosi, senza nemmeno chiedere quali fossero i fatti o cosa fosse la causa della rissa scatenata da suo fratello, mi diede un calcio facendomi ricadere per terra e con la mano sinistra mi tenette il collo fermo in modo tale da bloccarmi, mentre con la destra, mano con cui teneva l'arma, mi appoggiò con un colpo deciso la lama del coltello a pochissimi centimetri dal cuore.
Alcuni miei compaesani chiamarono presto l´ambulanza che mi portò in ospedale dove la notte stessa verso la mezzanotte fui operato con quarantadue punti di sutura per chiudere la ferita sino all´intestino vista la vasta quantità di sangue perso.

Dopo varie analisi e raggi X hanno scoperto che sanguinavo troppo nell´addome e specialmente vicino al cuore: mi trovai in gravi condizioni.

La cosa che mi ha fatto riflettere di più è il fatto che l´Italia è un paese pieno di tutto e di più, ma una cosa fondamentale che manca è la giustizia.

Sono stato all´ospedale più di tre settimane, e mentre io soffrivo nel dolore mi fu data notizia che lui dopo tre notti di carcere era già di nuovo libero. Le decisioni del medico legale e del giudice furono di non condannarlo per tentato omicidio: che bella giustizia!

L´unica sanzione fu che Antonio Marciano mi doveva la somma di 80 milioni di vecchie lire per risarcimento danni, ma dopo avermi pagato fino a 4 milioni, non si è più fatto vedere e fino alla data di oggi non mi ho mai risarcito atri danni. Sembra ormai scomparso dalla Terra poiché si è licenziato (o fatto licenziare) alla fabbrica dove lavorava come operaio qui a Castiglione senza obbedire alla decisione finale del giudice.

ALOWOSILE SIKIRU PAOLO

Per conferme puoi leggere l´archivio storico della Gazzetta di Mantova . Clicca sul link sottostante.


http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/26/Castiglione_lite_per_parcheggio_Accoltellato_co_0_9604261258.shtml


martedì 2 marzo 2010

L'ATTEGGIAMENTO MENTALE NELLA DIFESA PERSONALE



L’atteggiamento mentale ed il dialogo utilizzati nelle Tecniche di Difesa, sono risolutivi per la sicurezza delle persone coinvolte in casi di aggressioni per scopi di rapina o peggio, per stupri.

Le Tecniche di combattimento per la DIFESA PERSONALE fanno parte di un atteggiamento mentale finalizzato alla SICUREZZA PERSONALE!

E’ indispensabile comprendere però che la sola conoscenza schematica di alcune tecniche operative NON aumenta il livello di sicurezza. Le tecniche devono fare parte di un bagaglio personale (atteggiamento mentale + preparazione fisica + addestramento) che ci permetterà, in caso di aggressione, di reagire in modo istintivo ed appropriato (sarò capace di fare del male ad un ipotetico aggressore? Ecc….).

STRATEGIA E TATTICA
La STRATEGIA è la valutazione di una situazione e lo studio per risolverla al meglio.
La TATTICA è definita come “l’assimilazione della STRATEGIA” in termini di azione. Durante le prime fasi di una aggressione (verbale/fisica), bisogna applicare STRATEGIA e TATTICA.
Ø E’ fondamentale NON farsi mettere alle corde.
Ø Bisogna essere padroni dell’ambiente che ci circonda.
Ø NON dobbiamo nasconderci in posti bui e desolati.
Ø NON dobbiamo dirigerci verso la nostra autovettura o casa.
Ø Dobbiamo fare finta di telefonare.
Ø Dobbiamo fare capire all’aggressore che stanno per intervenire le Forze di Polizia.
Ø Bisogna agire applicando la TATTICA alla STRATEGIA (mettere in atto quello che abbiamo pianificato).

LA PIRAMIDE DEI COLORI, Il significato dei colori

V E R D E:
Siamo fisicamente presenti ma assenti con la mente, distratti e pensiamo solamente ai fatti nostri. In queste condizioni, qualunque emergenza da affrontare ci troverebbe completamente impreparati con pochissime possibilità di reagire in tempo utile.

G I A L L O:
Siamo fisicamente rilassati ma con tutti i sensi all'erta, pienamente consapevoli di potere subire una eventuale aggressione. Siamo attenti al mondo che ci circonda e siamo pronti a reagire e ad intervenire in modo adeguato.

ARANCIONE:
Vediamo o percepiamo concreti segni premonitori di un pericolo imminente o di qualche cosa che sta per accadere. Guardiamo intorno per valutare persone, veicoli e possibili ripari da utilizzare qualora vi fosse tale necessità. Ci predisponiamo ad affrontare la situazione nel migliore dei modi, respirando profondamente e facendo lavorare il cervello. Dobbiamo essere pronti ad utilizzare il telefono cellulare, la radio o qualsiasi cosa possa esserci utile per richiedere aiuto.

R O S S O:
Abbiamo già provveduto a chiedere l'ausilio delle Forze di Polizia (112/113). Ci troviamo di fronte delle persone che dall'atteggiamento e dal comportamento ci fanno chiaramente capire che sono disposte ad aggredirci e privarci dei nostri beni. Probabilmente dovremo combattere. Ci predisponiamo in posizione di combattimento,respiriamo profondamente e cerchiamo fino all'ultimo di evitare lo scontro fisico fino a che sarà inevitabile , dopo di che ci dovremo battere.

N E R O:
Tutto è andato male nonostante il tentativo di evitare lo scontro. Ci troviamo di fronte una persona con il chiaro intento di farci del male. Non abbiamo altra possibilità che fare uso delle TECNICHE DI DIFESA apprese ed, eventualmente, di eventuali armi proprie/improprie con cui potremmo venire a contatto. Cerchiamo di stare calmi e di agire rapidamente. Il nostro obiettivo deve assolutamente essere quello della sopravvivenza!

L’ATTEGGIAMENTO MENTALE

COLORE VERDE:
- Atteggiamento assente e completamente rilassato, da vacanza.

COLORE GIALLO:
- Atteggiamento rilassato ma vigile.

COLORE ARANCIONE:
- Atteggiamento di attenzione. Abbiamo percepito che sta per accadere qualcosa di anomalo.

COLORE ROSSO:
- Atteggiamento da combattimento - Siamo consapevoli che dovremo sostenere uno scontro e siamo pronti a batterci.

COLORE NERO:
- Atteggiamento dI sopravvivenza - Tutto è andato male. Dobbiamo sopravvivere.


IL RISPETTO DEGLI SPAZI

Ø NON VIOLIAMO QUELLO ALTRUI.
Ø NON PERMETTIAMO CHE ALTRI VIOLINO IL NOSTRO.
Ø MANTENIAMO UNA DISTANZA DI SICUREZZA.
Ø CAMBIAMO STRADA O MARCIAPIEDE.
Ø IN CASO DI COMBATTIMENTO MANTENIAMO, COME DISTANZA, LA LUNGHEZZA DELLA GAMBA.

Indice di Azione Studio delle Tecniche Difensive “Proporzione tra Offesa e difesa”

In caso di aggressione, l’uso della forza o l’utilizzo di armi da parte della persona offesa, non dovrà mai eccedere dall’ambito della DIFESA LEGITTIMA.
Le modalità di intervento della persona offesa in caso di aggressione è studiata nelle Accademie di Polizia di tutto il mondo e per cercare di dare una giusta proporzione alla difesa rispetto all’offesa è stato elaborato “l’Indice di Azione”.
L’Indice di Azione è uno studio che prevede una progressione nei livelli di difesa, proporzionati alla pericolosità della situazione [Photo]che si deve affrontare, consentendo di utilizzare il minimo indispensabile della forza.
Utilizzando correttamente i livelli dell’Indice di Azione, la persona offesa può operare con la certezza di avere operato nel rispetto della legge, applicando la giusta proporzione di difesa rispetto all’offesa. [Photo]L’Indice di Azione è basato su cinque livelli che consentono di risolvere in sicurezza ed in modo corretto qualunque tipo di intervento.

I L D I A L O G O

E’ la tattica che bisogna utilizzare come prima arma di difesa. Convincere con il dialogo e con l’autorevolezza una persona che sta per commettere una azione illecita o criminale a Desistere, è il miglior risultato che ci si possa augurare. Qualora il dialogo fallisca o non sia sufficiente a garantire il controllo, si dovrà passare al secondo livello dell’Indice d’Azione. L’aggressore che non desiste dalle sue intenzioni è paragonabile ad un TIR impazzito che corre sull’autostrada; dobbiamo, pertanto, allontanarci e contrastarlo con idonei sistemi di difesa e contenimento.

Allontanamento dal luogo di pericolo
Evitate di mettervi in un angolo con le spalle al muro; allontanarsi dalla zona di pericolo facendo capire al potenziale aggressore che siete consapevoli di un eventuale aggressione e che state preparandovi ad affrontarla, può essere una tattica efficace.

FORZA FISICA
Quando il dialogo e l’allontanamento dall’area di pericolo sono falliti, bisogna utilizzare le tecniche di difesa che si adattano meglio alla situazione.

STRUMENTI DI AUTODIFESA:

SPRAY AL CAPSICUM : Bruciore fortissimo, infiammazione istantanea degli occhi, del naso e delle vie respiratorie, gonfiore di queste parti, problemi di respirazione e totale (ma temporanea) incapacità di utilizzare la vista.

ARMI PROPRIE/IMPROPRIE: Solo in casi estremi non altrimenti risolvibili, si passa all’ultimo livello dell’Indice di Azione; UTILIZZARE QUALSIASI OGGETTO CHE POSSA TRASFORMARSI IN ARMA per salvare la propria vita e quella altrui .